Ma il corpo, ma il corpo, senzail sollievo che si apre in abbracciocome finestra spalancata alla gloria del sole,solo e pesante si butta a sedere,riempie di sé la gabbia dorata,già vecchia e scrostata dalla forza del buio.Non resta che ridere, ridere di sédavanti allo specchio che spaventa lo sguardose fisso ci traforma in mostro annebbiato.Non resta nel gioco col tempoche incidersi gli arti di parole scomparse,grida nascoste nel fiato animale, di bestiaferita da lancia di pietra, agonia infinitache parla di vita in punto di morte.