A volte vivere è nascondere la violenza della noia
il corrugarsi del tempo, il computo degli errori
e dimenticare quello che non abbiamo ancora fatto,
sollevare la terra con entrambe le mani,
schivare le speranze come una pallottole in corsa
e svestirsi della vergogna di essere vivi.
Non c’è primo piano che possa
sfamare il dolore, gesto eterno.
Imparare a memoria le rughe di un viso
e stanare il destino,
perché racconti ad altri la sua storia.
Guardo i segni della mia morte
e so che la fine mi scoverà tra le matte risate,
nel riverbero della vita, con la ritrosia di chi
non ha fatto in tempo a chiudere il capitolo.
A volte vivere è nascondere la violenza della noia
il corrugarsi del tempo, il computo degli errori
e dimenticare quello che non abbiamo ancora fatto,
sollevare la terra con entrambe le mani,
schivare le speranze come una pallottole in corsa
e svestirsi della vergogna di essere vivi.
Non c’è primo piano che possa
sfamare il dolore, gesto eterno.
Imparare a memoria le rughe di un viso
e stanare il destino,
perché racconti ad altri la sua storia.
Guardo i segni della mia morte
e so che la fine mi scoverà tra le matte risate,
nel riverbero della vita, con la ritrosia di chi
non ha fatto in tempo a chiudere il capitolo.