Ah, George, George... in quanti modi ci fai sognare! Col tuo mento
quadrato, con le tue camicette bianche sempre di taglio impeccabile,
con lo sguardo furbetto e il sorriso traditore...
In "
Good night and good luck"
e' il produttore di un giornalista coraggioso che si oppone al temibile
senatore MacCarthy. Ingolfato in giaccone sgraziate e nascosto dietro
ad occhialoni che riflettono tutta la scena davanti a lui, ma
nascondono lo sguardo, George Clooney, davanti e dietro la macchina da
presa traccia la sua poetica del controcanto.
Tutto nel film e' un controcanto. Murrow e' un giornalista che canta
fuori dal coro. Evidentemente il consenso al governo e a tutte le
attivita', compresa la commissione MacCarthy, era vastissimo. Ma Murrow
e' un giornalista coraggioso e, ancor piu' coraggioso di lui, se mi e'
concesso, e' il suo produttore e il direttore di rete. Dopotutto sono
loro che, proprio perche' non controllano direttamente l'operato del
giornalista in questione, si devono preoccupare di piu'. E' come essere
nella truppa di un eroe. L'eroe, certo, va a compiere le sue azioni
pericolose e a volte suicide. Ma e' lui a compierle, lui a
controllarle, lui a tenere il polso della situazione. Se sei nella sua
truppa, hai meno controllo dell'eroe. E devi temere di piu'. La cosa
piu' notevole di questo film non e' il ritratto di un giornalista
kamikaze, ma di un'intera rete che lo lascia fare.
George, il regista, sceneggiatore e propagandista di questo eroe
moderno, si inginocchia, letteralmente, di fronte a lui e, in
controcanto, assume una posizione di sudditanza rispetto al soggetto
trattato. Lo lascia parlare, gli lascia le pause, gli errori, gli
sguardi nel vuoto.
Un altro elemento di controcanto e' la scelta degli attori. Hollywood,
si sa, e' il regno del "type-casting". A un attore cioe' viene sempre
data lo stesso tipo di parte. Avete presente
Robert Downey, Jr.?
E' un attore noto negli Stati Uniti soprattutto perche' alcolizzato e
scombinato. Passa piu' dentro in prigione per ubriachezza e detenzione
di droga che sui set. Faceva parte della famosa serie "Ally McBeal", ma
hanno dovuto farlo "partire" prematuramente perche' era stato di nuovo
arrestato e condannato a due anni. Ormai lo si vede solo in film in cui
fa il debosciato. Qui invece e' un uomo sposato segretamente una donna
bruttina, chiaramente di svariati anni piu' grande di lui. Nobile,
equilibrato, coraggioso.
Oppure
Jeff Daniels,
di solito il genio incompreso che, sebbene poco sveglio rappresenta la
potenzialita' artistica eversiva in ognuno di noi (si ricordi per
esempio lo straordinario personaggio in "Pleasantville"), qui e' un
manager di medio livello della rete che, sebbene sensibile, e' l'unico
leggermente ottuso che minaccia gli sposini di cui sopra di
licenziamento.
Chiudo la rassegna del casting controcorrente con un'attrice molto
non-protagonista. Non ne ricordo il nome ma negli Stati Uniti e' molto
nota perche' e' un personaggio fisso del Saturday Night Live. Il suo
personaggio piu' notevole li' e' una donna di origine cinese che parla
male l'inglese e sa dire solo "He... look like a man". Si trova sempre
in situazioni grottesche in cui, per esempio, deve descrivere un killer
alla polizia e insiste nel dire, solamente, "Lui... somiglia a un
uomo." Qui invece e' una segretaria che partecipa attivamente
all'azione coraggiosa della redazione.
Agli statunitensi questi casi di "miscasting" non sfuggono di certo e
ve li segnalo per darvi un motivo in piu' per apprezzare questo
film-documentario tanto vicino a noi. Una sorta di messaggio alla
stampa: liberatevi dagli stereotipi e attaccate gli uomini al potere.