conversazioni da spiaggia
Sarà forse il frastuono delle onde, quell'increstaprsi insensato e
costante, strumento della volontà del vento e delle capacità dei
fondali, a costringere gli uomini sdraiati in riva al mare a dire solo
sciocchezze, a esprimere banalità adamantine a voce alta. Notazioni di
impossibile imbecillità che risuonano con fragore di plausi ed
ovazioni, offerte votive all’altare della spuma e dello spruzzo contro
lo scoglio.
“A te, o mare infinito, la constatazione che il tempo, quando ci si annoia, non passa mai.”
“Accetta, o sponda increspata, questo dono: chi resta solo troppo a lungo, poi fa cattivi pensieri.”
E su quest’altare si sacrificano con dedizione, nel rito distratto di
ogni estate, i pensieri e le opinioni, il gusto di capire e di scoprire
ogni volta che il mondo può essere imprevedibile.
SCIAF! Un’altra ondata. Come la precedente. Uguale.
Non è vero che non ci si bagna due volte nella stessa acqua. L’acqua
che scorre è sempre uguale a se stessa. E che le singole particelle
cambino non ha alcuna importanza perché il mare si comporta sempre allo
stesso modo.
SCIAF.